© Riproduzione riservata
Recensione
a cura di Antonia Pesare
Anche
quest’anno torna l’appuntamento con l’arte contemporanea promosso dalla Rete
Museale della Provincia di Grosseto con il finanziamento della Regione Toscana
e della Provincia di Grosseto e con il contributo dei Comuni di Follonica,
Orbetello, Monte Argentario, Arcidosso, Castel del piano e Castell’Azzara.
Dopo
Klinge, Niki de Saint Phalle, Joan Mirò e Salvator Dalì, questa volta i Musei
della Maremma ospitano la mostra “ORDINARY WORLD”: Andy Warhol, Pietro Psaier and The Factory artworks e Keith Haring,
Paolo Buggiani and The Subway drawings
a cura di Maurizio Vanni, dal 21 giugno al 4 novembre 2012.
Si
tratta di una mostra diffusa e, per questo motivo, le sale della Pinacoteca di
Follonica saranno le uniche ad ospitare tutte le 62 opere di Warhol, Psaier,
Haring e Buggiani selezionate dal curatore mentre nelle altre sedi saranno
divise: quelle di Warhol e Psaier potranno essere ammirate a Porto S. Stefano e
Castell’Azzara mentre quelle di Haring e Buggiani a Orbetello, Arcidosso e
Castel Del Piano.
Le opere
e il modo di pensare di questi artisti ci spingono a riflettere sulla società
contemporanea, in particolare Warhol che vuole interpretare il proprio momento storico
e constatare come l’oggetto industriale
possegga una propria bellezza. Secondo lui viviamo in mezzo a oggetti
industriali e siamo giornalmente bombardati da messaggi pubblicitari che ci
condizionano e modificano il nostro modo di vedere e capire l’immagine. Un
linguaggio che è patrimonio di tutti perché pone al centro dell’attenzione
quegli oggetti banali a cui siamo abituati e della cui esistenza neppure ci
accorgiamo ma che, in realtà, dominano la nostra vita. I temi sono i divi
cinematografici e politici - celebri negli anni ’60 e ’70 come Marylin Monroe -
oppure oggetti del supermercato.
Sono
presenti le serie grafiche che riprendono le immagini di Marilyn, delle Private
View, delle Prisons, delle Damaged Lives e delle Campbell’s Soup. Una delle
opere più conosciute è il Campbell’s green pea soup” dove tutto è riprodotto
con scrupolo: dalle scritte sull’etichetta al prezzo sul coperchio. L’oggetto è
disegnato con una linea scura netta e i colori sono distesi senza passaggio
chiaroscurale come se non vi fosse inserzione atmosferica e rapporto
luce-ombra. Quest’opera, come le altre, è stata realizzata con la tecnica della
serigrafia, una tecnica di stampa artistica di immagini e grafiche su un
qualsiasi supporto o superficie mediante l’uso di un tessuto facendo depositare
dell’inchiostro su un supporto attraverso le aree libere del tessuto.
L’altro
artista rilevante è Keith Haring, uno degli esponenti più importanti della
Graffiti-art, una corrente contestatrice degli anni ’70-’80 che nasce
dall’abitudine di alcuni giovani di scrivere il proprio nome o frasi sui muri
delle case o pareti urbane, vetture metropolitanee o autobus. Il fenomeno si diffonderà
tra i giovani, ignorati dalla società, che comunicavano il loro pensiero con le
bombolette spray.
Consiglio
a tutti di visitare questa interessante ed importante mostra.
Le
altre date:
Fino
al 29 luglio alla Pinacoteca Civica di Follonica;
Dal
5 agosto al 2 settembre al Museo Archeologico “Polveriera Guzman” a Orbetello;
Dal
6 agosto al 2 settembre alla Fortezza Spagnola di Porto S. Stefano;
Dal
6 settembre al 4 novembre al Castello Aldobrandesco di Arcidosso;
Dal
6 settembre al 4 novembre al Palazzo Nerucci di Castel del Piano;
Dal
7 settembre al 4 novembre a Villa Sforzesca a Castell’Azzara.
13
luglio 2012
Pubblicato su Vivi Grosseto
0 commenti:
Posta un commento