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5 feb 2012

BEATRICE SGHERRI, Intervista

BEATRICE SGHERRI
Intervista pubblicata su Vivi Grosseto
a cura di Antonia Pèsare





Beatrice Sgherri realizza sculture immobili e sensuali, assorte nei loro pensieri, si esprime con la sua istintiva ricerca verso la forma pura e stilizzata ed evoca valori legati al sentimento. Per raggiungere il suo scopo trasferisce nella materia il suo mondo interiore fatto di riflessioni.
Opere composte da linee essenziali che possono essere facilmente comprese se le si osserva con semplicità” (Antonia Pèsare).

Diplomata al Liceo Artistico di Grosseto e, successivamente, in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, è oggi insegnante di ruolo presso l’I.T.A. di Grosseto. Nel 2003 consegue la specializzazione in “Restauro di materiale lapideo e della ceramica” e nel 1994 si occupa di una serie di commissioni in bronzo: in quello stesso anno realizza il monumento dedicato al “Pugile in Maremma” eretto a Grosseto mentre nel 1996 l’opera commemorativa dedicata al minatore a Roccatederighi (Gr) e, poco dopo, esegue il busto in memoria di Don Bailo a Roccastrada.
Nel 1999 è vincitrice della selezione nella provincia di Grosseto per la Biennale dei giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo tenutasi a Roma.
Dal 2007 al 2010 è stata Presidente dell’Associazione Grossetana Arti Figurative (AGAF).


Ci vuole raccontare il suo percorso artistico? Quando ha cominciato ad interessarsi di scultura?
Parallelamente all’apprendere le tecniche scultoree, all’Accademia ho avuto la fortuna di incrociare la mia strada con insegnanti ed artisti che hanno saputo trasmettermi la sicurezza e il piacere nel modellare, nel dare forma a qualcosa che poco prima non ne aveva, imprimendo le mie sensazioni ad una materia con la quale da allora ho un vero reciproco scambio di energia.
In che modo i suoi studi hanno influenzato la sua passione per l'arte?
Già terminate le scuole medie avevo scoperto il piacere di esprimere le mie emozioni attraverso il disegno, venne da sé proseguire gli studi presso il Liceo Artistico di Grosseto e fu qui che conobbi la scultura, la modellazione. Terminato il Liceo sapevo quale sarebbe stata la mia scelta successiva: l’Accademia di Belle Arti. Scelsi con convinzione l’indirizzo di scultura.
A quale esperienze artistiche si sente più legata?
Nel tempo ho cambiato il modo di esprimermi attraverso l’arte passando da un iniziale fase figurativa per giungere oggi ad un linguaggio più sintetico. Di certo guardo con ammirazione molte correnti artistiche del passato ma, oggi come oggi, resto affascinata dalle correnti d’avanguardia.
Ci racconta la sua vita come donna e come scultrice?
Vorrei dire che le due realtà hanno sempre corso parallelamente ma non sempre è stato così. Ci sono stati momenti difficili, nei quali ho preferito non “tirare fuori” le mie emozioni per non lasciarle trasparire e sentirmi più vulnerabile. A posteriori non credo, anche se umano, di aver fatto in questo modo la scelta migliore: oggi ritengo che sia sempre meglio riuscire ad essere sinceri con noi stessi, a guardarsi dentro con onestà e avendo la capacità di riuscire ad esprimersi con una scultura, penso sinceramente che si tratti di una fortuna straordinaria, di un linguaggio, accessibile a tutti, che mi permette di esprimermi, esorcizzare, se necessario, le mie paure e prendere consapevolezza dei miei stati d’animo.
Come nasce un'opera d'arte?
Da una necessità istintiva, difficilmente frenabile. Dalla smania che ti prende nel focalizzare nella mente quella determinata forma. L’iniziare poi a buttarla giù, con qualche schizzo veloce, magari su foglietti di fortuna che finiranno poi sparsi per casa un po’ ovunque, come l’idea che si fa sempre più largo nella mente.
Cos'è per lei l'originalità?
L’espressione di me, in quanto unica, in quanto mia.
Quali sono le idee e le riflessioni che stanno alla base delle tue opere?
Le mie opere in genere nascono come espressione del mio stato d’animo, di mie sensazioni.
Quale artista del passato vorrebbe incontrare o l'ha influenzata?
Vorrei incontrare Bernini perché le sue opere non mi stanco mai di ammirarle meravigliandomi della percezione reale che con il marmo ha dato dell’incarnato, delle vesti mosse e leggere, trasparenti, rese con un materiale duro e pesante. Allora capisci che nulla è impossibile, e che la vera arte riesce a comunicare e a commuovere anche a distanza di secoli.
Spesso scolpisce nudi o volti di donne. Qual è il motivo di questa scelta?
Probabilmente perché si tratta di forme dolci, morbide, che cerco di esprimere con vari materiali, legno, cemento, terracotta, bronzo. Sono forme attraverso le quali forse nascondo un po’ di me.

Programmi per il futuro?
Sto vivendo una fase importante e nuova della mia vita. Per il futuro imminente… rimboccarsi le maniche e abbandonarsi nella scultura!

E-mail: beatriscesg@tiscali.it


5 febbraio 2012

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