Pubblicato su Vivi Grosseto
A
cura di Antonia Pèsare
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Riproduzione riservata
Oggi
è l'ultimo giorno per visitare le opere che hanno partecipato alla
13° edizione del concorso Creativi Under 30. Tra gli artisti che
hanno esposto ho notato l'opera del giovanissimo Luca Ferrise,
artista grossetano di origini calabresi, che ho già avuto modo di
incontrare in altri eventi.
Luca
Ferrise nasce a Soveria Mannelli nel 1986 e dopo aver frequentato il
Liceo Artistico Statale di Cosenza ha partecipato, negli anni 2004 e
2005, alla serie di estemporanee “Terre di Calabria” conseguendo
a Tiriolo il Primo premio nella categoria giovani esordienti. Negli
anni successivi ha lavorato per la produzione della sua prima mostra
personale “The misery melody of memory”tenutasi in Motta Santa
Lucia (CZ) nell’agosto 2010, omaggio a Salvador Dalì con il cui
stile si è identificato per anni e, infine, nel 2011 e 2012 ha
partecipato a una serie di mostre collettive tra le quali alcune
tenutesi a Cosenza, a Rende, a Torino e a Grosseto.
Dice
Luca: "Nelle opere esposte in queste mostre l’esigenza di una
ricerca del mio “Io” mi ha portato all’abbandono dello stile
surrealista che mi rappresentava nelle prime produzioni per
avvicinarmi a uno stile materico e astratto. La transizione al
materico mi ha permesso una ricerca interiore più personale e
intima”.
I
lavori di Luca sono accompagnati da poesie scritte dalla poetessa
Manuela Mastroianni, attraverso i cui versi riesce ad esplicitare il
significato delle sue opere. I suoi ultimi lavori materici sono
ispirati ai quadri dell'amico Joshua Sottile, il quale lo ha
influenzato dal punto di vista della matericità e dall’opera
“Urlo”, di Allen Ginsberg, che "ha contribuito al
cristallizzarsi delle mie sensazioni sulla tela".
Segue
una breve intervista.
-
Ciao Luca, benvenuto. Vorrei farti alcune domande per far conoscere
le tue opere ai lettori. Puoi spiegarci cosa vuoi esprimere con la
tua arte.
La
mia arte è una raccolta di pensieri e stati d'animo che raccontano
le visioni del mondo che mi sta attorno. Rimanendo fedele al
surrealismo inizio a denunciare mali, sociali e psicologici, alla
ricerca del mio “Io”, di uno stile che mi rappresenti e che
esprimi le mie visioni. Ho iniziato quindi ad intraprendere la strada
dell'astratto surreale dipingendo burattini che raffigurano me
stesso.
-
Qual è il filo conduttore che accomuna le tue opere?
Il
filo conduttore che accomuna le opere e il malessere. Una sorta di
denuncia alla società che opprime, uccide, una società che porta ad
una anoressia dell'anima, che rende il proprio interno fragile e
vulnerabile.
-
Che tecniche utilizzi?
Tecnica
mista sia su tela che su tavola.
-
Come prende forma la materia sulle tue opere?
La
materia prende forma sotto aspetti emotivi, nella materia che creo
c'è tutto ciò che rappresenta quel determinato percorso che voglio
esprimere....alcuni sfondi sono fatti ad occhi chiusi perché penso
che l'arte e l'immagine deve nascere dalla mente e uscire dal cuore,
non importa se un opera è bella, l'importante è il contenuto.
-
Progetti futuri?
Si
progetti futuri si! Una mostra in primavera qui a Grosseto con Mauro
Ceselli, Joshua Sottile e le poesie di Mastroianni Manuela. A luglio
e agosto 2013 è in programma una mia personale a Treviso, nella
galleria Elle e al Palazzo Scotti, infine a gennaio parteciperò ad
un concorso al Palazzo Reale di Torino.
3
dicembre 2012
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